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SINDROME-RETTO ADDUTTORIA: COS’E’ E  COME TRATTARLA

La sindrome retto-adduttoria o “pubalgia” (groin pain syndrome) è una condizione dolorosa che interessa la zona inguinale e/o pubica e/o l’interno coscia.

In questo articolo andremo ad approfondire le cause che possono causare l’infiammazione e i trattamenti consigliati per alleviare il disturbo.

COS’E’ LA SINDROME RETTO-ADDUTTORIA

La sindrome retto-adduttoria nota anche come pubalgia è una condizione di origine microtraumatica nella quale è presente un’infiammazione cronica nel sito di inserzione sul pube, ovvero a livello dei tendini dei muscoli adduttori e addominali.

Interessa soprattutto gli atleti professionisti di sport ad elevato utilizzo degli arti inferiori (calcio, corsa, football, tennis, rugby, scherma, atletica, equitazione, ecc), di sesso maschile, che svolgono attività continuative ad alto livello. La problematica si accentua particolarmente se in essi sono presenti problemi posturali, che creano asimmetrie del bacino, come l’eterometria degli arti inferiori, un’accentuata curvatura lombare, blocchi sacro-iliaci, patologie congenite dell’anca, ecc.

Più frequentemente colpiti sono i calciatori, i quali eseguono numerosi gesti tecnici che provocano  sollecitazioni importanti a livello pubico (calciata, dribbling, scivolate, cambi di direzione), e le donne in gravidanza.

In ogni caso, al di là del tipo di sport praticato e delle problematiche posturali, non bisogna dimenticare che la sindrome retto-adduttoria può sopraggiungere anche a seguito di un cambiamento del tipo di allenamento o, anche, del terreno sul quale lo si svolge (troppo cedevole o eccessivamente irregolare, ad esempio) e del tipo di scarpe utilizzato.

I SINTOMI DELLA SINDROME RETTO-ADDUTTORIA

I sintomi tipici della sindrome retto-adduttoria includono:

  1. Dolore nella regione pelvica inferiore: Il dolore può essere localizzato nell’area tra il retto e gli adduttori delle cosce e può essere acuto o cronico e aumentare durante l’attività fisica o il movimento.
  2. Dolore durante la defecazione: Il dolore può essere più intenso durante la defecazione a causa della tensione sui muscoli retti.
  3. Dolore durante l’attività fisica: L’esercizio fisico può aumentare il dolore nella regione pelvica inferiore a causa dello stress sui muscoli retti e adduttori delle cosce.
  4. Dolore gluteo: Il dolore può irradiarsi ai glutei e può essere associato a una sensazione di bruciore o di pesantezza.
  5. Difficoltà nella minzione: Alcune persone con sindrome retto-adduttoria possono sperimentare difficoltà a urinare o a svuotare completamente l’intestino a causa della tensione muscolare.
  6. 6. Rigidità muscolare: I muscoli retti e adduttori delle cosce possono diventare rigidi e tesi, causando una sensazione di tensione nella zona pelvica.

È importante consultare uno specialista se si sospetta di avere la sindrome retto-adduttoria per ottenere una diagnosi accurata e un piano di trattamento appropriato.

LE CAUSE DELLA SINDROME RETTO-ADDUTTORIA

Le cause dell’infiammazione risiede in un sovraccarico funzionale o in microtraumi ripetuti nel tempo a livello delle inserzioni tendinee dei muscoli  adduttori e addominali.

Il pube infatti è il centro in cui confluiscono notevoli tensioni sia dall’alto, con gli addominali, che dal basso con gli adduttori, i quali si trovano ad agire su uno spazio esiguo favorendo così il sovraccarico funzionale.

Le cause della sindrome retto-adduttoria o pubalgia, seppure non sono completamente comprese, possono includere:

Disfunzione muscolare: Uno dei fattori principali è un difetto nella funzione muscolare dei muscoli del pavimento pelvico, in particolare il muscolo elevatore dell’ano. Questa disfunzione muscolare può essere dovuta a una debolezza o a una tensione eccessiva. Un deficit nel controllo motorio e nella coordinazione muscolare può aumentare il rischio di sviluppare la sindrome retto-adduttoria.

Un allenamento adeguato per migliorare la stabilità e il controllo possono essere parti integranti della prevenzione e del trattamento.

Carico eccessivo sull’articolazione dell’anca: I movimenti ripetitivi e stressanti possono portare un carico eccessivo sull’articolazione dell’anca, causando la sindrome.

Contrazione eccessiva del muscolo retto dell’addome: Nella sindrome retto-adduttoria, il muscolo retto dell’addome può contrarsi in modo eccessivo, contribuendo al dolore e all’irritazione. Questo può essere legato a movimenti di torsione durante l’attività sportiva.

Ruolo della fascia lata: La fascia lata, una struttura di tessuto connettivo che copre il muscolo della coscia, può essere coinvolta nella sindrome. Problemi biomeccanici legati a questa struttura possono contribuire ai sintomi.

Traumi pelvici: Lesioni pelviche, come lesioni da parto, ernie inguinali o interventi chirurgici pelvici, possono danneggiare i muscoli e i nervi del pavimento pelvico. Questo può causare disfunzione muscolare e contribuire alla sindrome retto-adduttoria.

Disturbi digestivi: Alcuni disturbi digestivi, come la sindrome dell’intestino irritabile o la stipsi cronica, possono provocare contrazioni muscolari anormali nel retto, spesso in risposta allo stress o a determinati alimenti. Questo può portare alla sindrome retto-adduttoria.

Stress e tensione muscolare: Lo stress e la tensione muscolare possono influenzare negativamente la funzione muscolare del pavimento pelvico. La tensione eccessiva dei muscoli può causare spasmi, dolore e difficoltà nella defecazione.

Fattori psicologici: Alcuni studi suggeriscono che fattori psicologici come l’ansia e la depressione possono contribuire alla sindrome retto-adduttoria. L’eccessiva contrazione muscolare può essere una risposta allo stress emotivo.

Stile di vita sedentario: Un’altra possibile causa della sindrome retto-adduttoria è uno stile di vita sedentario. La mancanza di movimento e l’assunzione di posture scorrette possono influire sulla funzione muscolare del pavimento pelvico.

È importante consultare un medico per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato della sindrome retto-adduttoria. Il trattamento può includere terapia fisica, ginnastica pelvica, modifiche dello stile di vita e in alcuni casi farmaci o interventi chirurgici.

fisiatra che visita un uomo affetto da sindrome retto adduttoria

COME SI DIAGNOSTICA LA SINDROME RETTO-ADDUTTORIA

La diagnosi della sindrome retto-adduttoria coinvolge una valutazione clinica approfondita e alcuni esami diagnostici. Ecco i passaggi comuni per diagnosticare questa sindrome:

  1. Anamnesi: Il medico chiederà al paziente i sintomi che sta sperimentando, come il dolore pelvico, la difficoltà a defecare o a urinare, il dolore durante i rapporti sessuali, etc. È importante descrivere accuratamente tutti i sintomi ed eventuali fattori scatenanti.
  2. Esame fisico: Il medico effettuerà un esame fisico per cercare segni di tensione o dolore nell’area retto-adduttoria. Possono essere eseguite diverse manovre diagnostiche come la palpazione dell’addome, l’esame rettale e l’esame ginecologico nelle donne.
  3. Test diagnostici: Per confermare la sindrome retto-adduttoria, possono essere eseguiti alcuni test diagnostici come:

Risonanza magnetica (RM): Questo test può evidenziare eventuali anomalie anatomiche o infiammazioni nell’area pelvica.

Manometria anorettale: Questo test misura le pressioni muscolari nell’area anale e rettale per valutare la funzione muscolare e rilevare eventuali disfunzioni.

– Ecografia: Questo esame radiografico valuta lo stato dei muscoli del retto dell’addome e degli adduttori rivelando lo stato tensivo ed eventuali lesioni muscolari o tendinee.

  1. Esclusione di altre condizioni: Poiché i sintomi della sindrome retto-adduttoria possono sovrapporsi ad altre condizioni come la sindrome del colon irritabile o l’endometriosi, il medico potrebbe richiedere altri esami per escludere queste eventualità.

La diagnosi finale della sindrome retto-adduttoria viene fatta dal medico sulla base dei sintomi riportati dal paziente, dei risultati degli esami diagnostici e dell’esclusione di altre condizioni simili. È importante consultare un medico specializzato in medicina pelvica o gastroenterologia per una diagnosi accurata e un appropriato piano di trattamento.

TRATTAMENTI CONSIGLIATI NELLA SINDROME RETTO-ADDUTTORIA

I trattamenti per la sindrome retto-adduttoria possono includere:

Terapia del dolore: La gestione del dolore può essere parte integrante del trattamento della sindrome retto-adduttoria. Ciò può includere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o analgesici per ridurre l’infiammazione e il dolore.

Biofeedback: Il biofeedback è una tecnica che aiuta ad aumentare la consapevolezza e il controllo dei muscoli del pavimento pelvico. Viene utilizzato un dispositivo che fornisce feedback sulla tensione muscolare e viene insegnato al paziente come rilassare i muscoli del pavimento pelvico.

Terapia comportamentale: La terapia comportamentale può essere utile per gestire lo stress e l’ansia associati alla sindrome retto-adduttoria. Può includere tecniche di rilassamento, meditazione o terapia cognitivo-comportamentale.

Trattamento dei trigger point: Se il dolore è concentrato in specifici punti di tensione e dolore, possono essere eseguite delle digitopressioni o tecnica dry needling per la disattivazione dei trigger point. Queste tecniche possono aiutare ad alleviare il dolore e ridurre la tensione muscolare.

Chirurgia: In casi estremi in cui gli approcci conservativi non hanno successo, la chirurgia può essere considerata come ultima risorsa. Tuttavia, la chirurgia è raramente necessaria per la sindrome retto-adduttoria e il suo utilizzo è un tema controverso nella comunità medica.

Fisioterapia: La terapia fisica può aiutare a rilassare i muscoli del pavimento pelvico e alleviare il dolore.

Nella fase acuta sarà necessario ridurre l’infiammazione e la sintomatologia dolorosa con sedute di crioultrasuoni, laserterapia ad potenza, tecarterapia e/o ipertermia. Le onde d’urto focali sono molto efficaci per ridurre l’infiammazione sull’inserzione pubica. Fondamentale è la massoterapia decontratturante dei muscoli adduttori per ridurre le tensioni.

Una volta ridotta la sintomatologia dolorosa, il fisioterapista interverrà con un programma riabilitativo che prevede:

  • sedute di terapia manuale per riequilibrare il bacino

  • sedute di rieducazione posturale individuale per allungare la catena muscolare posteriore

  • esercizi di rinforzo della muscolatura addominale

  • esercizi di stretching ed esercizi di rinforzo eccentrico dei muscoli adduttori

  • esercizi di rinforzo del core

È importante consultare un medico o un fisioterapista specializzato nel trattamento della sindrome retto-adduttoria per determinare il piano di trattamento più appropriato in base alla gravità dei sintomi del paziente. La terapia multimodale, che combina diversi trattamenti, può spesso offrire il miglior sollievo.

QUANDO RICORRERE ALLA FISIOTERAPIA

La terapia fisica può essere consigliata in caso di sindrome retto-adduttoria per diversi motivi, tra cui:

  • Riduzione del dolore: Gli esercizi di terapia fisica mirano a ridurre il dolore, migliorare la flessibilità e rafforzare i muscoli coinvolti nella zona pubica.
  • Ripristino della funzione muscolare: La pubalgia spesso coinvolge uno squilibrio muscolare o una debolezza in determinati gruppi muscolari. La terapia fisica può essere progettata per rafforzare i muscoli deboli e migliorare il controllo muscolare.
  • Miglioramento della flessibilità: Gli esercizi di stretching possono aiutare a migliorare la flessibilità muscolare e a ridurre la tensione nella zona pubica.
  • Educazione e correzione posturale: La fisioterapia può includere l’istruzione sulla corretta postura e su modelli di movimento sicuro per evitare il ripetersi del problema.
  • Ritorno graduale all’attività fisica: Dopo un periodo di riposo o limitazione delle attività, la terapia fisica può aiutare ad un ritorno graduale all’attività fisica, riducendo il rischio di ricadute.

È fondamentale che la terapia fisica sia personalizzata in base alle esigenze specifiche di ciascun individuo e che venga eseguita sotto la supervisione di professionisti qualificati. La gestione della pubalgia può coinvolgere anche altre forme di terapia, come il riposo, l’uso di farmaci per il controllo del dolore e, in alcuni casi, interventi chirurgici. La decisione sulla terapia più appropriata dipende dalla gravità dei sintomi e dalle cause sottostanti della sindrome retto-adduttoria.

laserterapia interno coscia per pubalgia

LE PRATICHE FISIOTERAPICHE CONSIGLIATE

Prima di passare al recupero funzionale è necessario applicare del ghiaccio sulla zona interessata per circa 2 o 3 volte al giorno, utile per far diminuire il livello di dolore avvertito.

Inizialmente si utilizza spesso una massoterapia drenante dei muscoli adduttori e appena possibile, compatibilmente con la sopportazione della pressione esercitata dal fisioterapista, anche massoterapia decontratturante sui gruppi muscolari più contratti coinvolti nella sindrome retto-adduttoria. In questa fase possono essere utilizzate con successo la laserterapia o la tecarterapia.

GLI ESERCIZI DI FISIOTERAPIA CONSIGLIATI

Il recupero funzionale mediante attività fisica è finalizzato prima di tutto a creare mobilità del bacino e delle anche. Quindi, successivamente alle terapie strumentali sopra illustrate, si darà molta importanza all’esecuzione di esercizi di stretching personalizzato e posture, che non possono davvero mancare in un percorso fisioterapico per pubalgia.

Appena possibile occorre inserire e progressivamente incrementare il potenziamento dei muscoli addominali, nello specifico il muscolo trasverso dell’addome, poiché la loro forza incide molto positivamente sulla stabilizzazione della zona pubica e lombare. Tramite esercizi eccentrici, isometrici, isotonici e con elastici viene incentivato anche il trofismo, lo forza e la resistenza degli arti inferiori.

Sono previsti anche interventi di coordinazione intermuscolare dello schema motorio attraverso oscillazioni e slanci degli arti inferiori.

Ecco alcuni esercizi che possono essere utili nel trattamento della sindrome retto-adduttoria:

Esercizi di stretching degli adduttori

 Gli esercizi di stretching degli adduttori sono importanti per migliorare la flessibilità della parte interna delle cosce. Ecco alcuni esercizi che puoi considerare:

Seduto Stretching:

  • Siediti a terra con le gambe distese davanti a te.
  • Porta le gambe verso l’esterno, piegando le ginocchia.
  • Cerca di avvicinare le piante dei piedi quanto possibile al pavimento.
  • Applica una leggera pressione verso il basso sulle ginocchia con i gomiti per aumentare il livello di stretching.

Farfalla:

  • Siediti a terra con le gambe piegate, portando le piante dei piedi una contro l’altra.
  • Afferra i piedi con le mani e spingi leggermente verso il basso con i gomiti.
  • Mantieni la posizione per 15-30 secondi, respirando profondamente.

 

Stretching in Piedi:

  • Piegati in avanti con le gambe leggermente divaricate. Cerca di toccare il pavimento con le mani, mantenendo le gambe dritte.

Puoi anche eseguire questo esercizio inclinandoti lateralmente per coinvolgere specificamente gli adduttori.

Posizione del Gatto:

  • Mettiti a quattro zampe, con le mani sotto le spalle e le ginocchia sotto i fianchi.
  • Allontana leggermente le ginocchia e spingi i fianchi indietro in direzione dei talloni.

Mantieni la posizione per 15-30 secondi, sentendo lo stretching lungo gli adduttori.

Stretching con una Palla:

  • Siediti a terra, posiziona una palla tra le gambe, vicino all’inguine.
  • Appoggia le mani dietro di te per sostenerti e spingi delicatamente le gambe contro la palla.
  • Ruota leggermente da un lato e poi dall’altro per coinvolgere diverse parti degli adduttori.

Ricorda di eseguire questi esercizi con attenzione, evitando movimenti bruschi. Mantieni ogni posizione per almeno 15-30 secondi e ripeti gli esercizi più volte durante la settimana per migliorare la flessibilità degli adduttori nel tempo.

Esercizi di stretching ileo-psoas

L’ileo-psoas è un gruppo di muscoli situati nella profondità dell’addome, costituito dallo psoas maggiore, dal piccolo psoas e dall’iliaco. Questi muscoli svolgono un ruolo cruciale nella flessione dell’anca e sono comunemente coinvolti in attività come camminare, correre e sedersi. Lo stretching dell’ileo-psoas può essere utile per le persone che avvertono rigidità o disagio nella regione dell’anca. Ecco un allungamento che puoi provare:

Stretching per l’affondo in ginocchio:

  • Inizia in posizione inginocchiata su una superficie morbida.
  • Fai un passo in avanti, appoggiandolo a terra con il ginocchio direttamente sopra la caviglia.
  •  L’altro ginocchio rimane a terra dietro di te.
  • Sposta leggermente il peso in avanti, avvertendo un allungamento nella parte anteriore dell’anca sul lato con la gamba estesa.
  • Piega leggermente il bacino e coinvolgi il core per intensificare l’allungamento.
  • Mantieni la posizione per 15-30 secondi, respirando profondamente.
  • Assicurati che il ginocchio anteriore sia direttamente sopra la caviglia per proteggere l’articolazione.
  •  Tieni la schiena dritta ed evita di sovraccaricare la parte bassa della schiena.
  • Mantieni l’allungamento per una durata adeguata, aumentando gradualmente il tempo man mano che la tua flessibilità migliora.
  • Ripeti dall’altra parte.

 

Esercizi di potenziamento degli addominali: Si può eseguire l’esercizio del “crunch”, sdraiandosi sulla schiena con le ginocchia flesse e i piedi appoggiati a terra, quindi sollevando la parte superiore del tronco, mantenendo la testa ed il collo rilassati. Ripetere il movimento per 10-20 volte in 2-3 serie.

 

Esercizi di rafforzamento dei muscoli pelvici: Uno degli esercizi più comuni per rafforzare i muscoli del pavimento pelvico è quello del Kegel. Si contraggono i muscoli del perineo come se si volesse interrompere il flusso di urina, si mantiene la contrazione per 5 secondi e si rilascia. Si ripete l’esercizio per 10-15 volte, due volte al giorno.

Per chi volesse approfondire, vi rimandiamo al link del nostro articolo sulla riabilitazione del pavimento pelvico.

 

Esercizi di stabilità dell’anca: Si esegue lo squat, stando in piedi con i piedi leggermente più larghi delle spalle, abbassandosi lentamente come se si volesse sedersi su una sedia invisibile. Si spinge i glutei verso l’esterno e si mantiene il peso sui talloni. Si eseguono 10-15 ripetizioni in 2-3 serie.

 

È importante consultare un fisioterapista o un medico prima di iniziare qualsiasi programma di esercizi per garantire che siano adatti alla propria situazione specifica.

CONCLUSIONI

Gli obiettivi dei trattamenti per la sindrome retto-adduttoria possono includere:

  1. Riduzione del Dolore: Alleviare il dolore associato alla sindrome retto-adduttoria è uno degli obiettivi principali. Ciò può essere ottenuto attraverso farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), fisioterapia, e tecniche di rilassamento muscolare.
  2. Controllo dell’infiammazione: Ridurre l’infiammazione nella zona coinvolta può contribuire a migliorare i sintomi. L’uso di farmaci antiinfiammatori, come ibuprofene o naprossene, può essere prescritto per questo scopo.
  3. Fisioterapia: La fisioterapia svolge un ruolo chiave nel trattamento della sindrome retto-adduttoria. Gli esercizi mirati possono essere prescritti per rinforzare i muscoli della zona, migliorare la flessibilità e ridurre la tensione sul muscolo retto adduttore.
  4. Riposo e Limitazione dell’Attività: Ridurre o evitare le attività che possono aggravare la condizione è spesso consigliato. Il riposo può contribuire alla guarigione e prevenire la recidiva.
  5. Gestione del Peso: In alcuni casi, la gestione del peso può essere un fattore importante per ridurre la pressione sui muscoli adduttori.
  6. Terapie complementari: Alcune persone trovano beneficio da terapie complementari come massaggi, terapia con ghiaccio o calore, tecniche di rilassamento e biofeedback.
  7. Educazione del paziente: Fornire al paziente informazioni sulla sindrome retto adduttoria, sulle cause potenziali, sulle strategie di prevenzione e sulla gestione a lungo termine è un aspetto importante del trattamento.
  8. Valutazione e Trattamento delle Cause Sottostanti: Se la sindrome retto-adduttoria è causata da altri problemi strutturali o condizioni sottostanti, come disfunzioni articolari o posturali, può essere necessario trattare anche queste cause per garantire un recupero completo.

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