Improvvisamente avverti formicolii alle mani o ai piedi? Hai la sensazione che i capi di abbigliamento, stringano più del solito? Noti un gonfiore anomalo agli arti inferiori o superiori?
Sono tutti campanelli d’allarme, assolutamente da non sottovalutare, che stanno ad indicare che potresti essere affetto da Linfedema in fase iniziale.
A questo punto vorrai sapere: IL LINFEDEMA COME SI CURA?
Allora, prenditi 5 minuti di tempo per leggere quest’articolo. Ti spiegheremo cos’e’ il Linfedema, come e quando si manifesta, perché può insorgere questa patologia e quali sono le migliori terapie per il suo trattamento.
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ToggleCOS’E’ IL LINFEDEMA?
Il Linfedema e’ una condizione patologica cronica caratterizzata da un anomalo ed esagerato accumulo di liquido linfatico in vari distretti dell’organismo, andando ad interessare maggiormente gli arti inferiori o superiori.
L’insorgere del Linfedema e’ espressione di un blocco o di una compromissione del sistema linfatico che provoca un rallentamento della circolazione linfatica e, di conseguenza, causa un ristagno di linfa nei tessuti.
Il sistema linfatico è un importantissimo sistema naturale di difesa dell’organismo contro le infezioni. Parallelo al sistema cardiocircolatorio, il sistema linfatico si oppone ad eccessivi accumuli di fluidi nei tessuti ed è considerato il baluardo di difesa del nostro organismo.
Infatti, e’ indispensabile per rimuovere sostanze tossiche e liquidi che filtrano dai capillari sanguigni. La linfa, scorrendo lungo i vasi linfatici, viene veicolata nei linfonodi, che sono specifici centri di filtraggio adibiti alla depurazione della stessa.
Pertanto, quando il normale flusso della linfa viene ostacolato ed i vasi linfatici non sono più in grado di drenare la linfa in maniera adeguata compromettendo, così, l’efficienza del sistema linfatico, si verifica un accumulo di fluido interstiziale nei tessuti, tipicamente negli arti inferiori e superiori, il che provoca l’insorgere di Linfedema.
TIPOLOGIE DI LINFEDEMA
Esistono due distinte forme di Linfedema:
Linfedema primario
Esso é causato da anomalie congenite a carico del sistema linfatico. Questa tipologia colpisce con maggiore frequenza le donne e si distingue in congenito, precoce e tardivo, a seconda dell’età in cui si manifestano i sintomi.
Linfedema secondario
Il Linfedema viene definito secondario quando rappresenta una disfunzione dei vasi linfatici, originariamente sani e perfettamente funzionanti, come conseguenza di varie patologie.
Tra queste, la causa piu’ frequente di Linfedema, e’ rappresentata dalla filariosi linfatica che e’ un’infezione a carico dei linfonodi e dei vasi linfatici.
Il Linfedema secondario, che colpisce indistintamente uomini e donne, è dovuto soprattutto ad interventi chirurgici di rimozione dei linfonodi necessari, solitamente, per asportare masse tumorali.
In tal caso il Linfedema può presentarsi in vari distretti corporei a seconda della zona interessata dall’intervento per l’asportazione dei linfonodi:
- al collo ed alla testa per la cura del cancro alla gola;
- agli arti inferiori per la cura di cancro al colon, tumore delle ovaie, neoplasie dell’utero, cancro della prostata e dei testicoli;
- a livello del braccio per la cura del cancro al seno.
LINFEDEMA: QUALI SONO LE CAUSE?
Come detto in precedenza, il Linfedema si verifica quando i vasi linfatici non sono in grado di drenare adeguatamente la linfa e, di conseguenza, si manifesta un accumulo di liquido all’interno dei tessuti.
Ma perché si manifesta questo accumulo anomalo di fluido interstiziale, in quali circostanze e quali sono le cause scatenanti?
Nel paragrafo precedente abbiamo visto come il Linfedema venga classificato in: primario (genetico) e secondario (acquisito).
Questa classificazione e’ gia’ indicativa di quelle che possono essere le cause scatenanti di questa patologia, in quanto viene effettuata proprio in funzione delle condizioni che possono portare all’insorgenza del Linfedema.
Linfedema primario: le cause
La causa scatenante il Linfedema primario é rappresentata da anomalie congenite che si ripercuotono sul sistema linfatico. Si distinguono più varianti, in base all’età in cui i sintomi del linfedema si manifestano:
- Linfedema primario congenito: si tratta di una particolare forma di occlusione linfatica chiaramente evidente sin dalla nascita. Il Linfedema congenito è una condizione tipica del sesso femminile, e tende a coinvolgere quasi esclusivamente le gambe.
- Linfedema primario precoce: è la forma più comune del linfedema primario. Diventa clinicamente evidente dopo la nascita, ma prima dei 35 anni: in genere, il paziente colpito manifesta i primi sintomi durante la pubertà. Anche in questo caso, le donne sono più colpite rispetto ai maschi.
- Linfedema primario tardo (o malattia di Meige): un soggetto affetto manifesta i primi sintomi dopo i 35 anni d’età.
Linfedema secondario: le cause
Questa variante di Linfedema è, come dice il nome stesso, secondaria a svariate patologie e, quindi, rappresenta una disfunzione acquisita dei vasi linfatici, in origine sani e perfettamente funzionanti.
Il Linfedema secondario può essere causato dalle seguenti patologie:
- Filariosi linfatica;
- Adenopatie;
- Diabete;
- Obesità patologica;
- Linfangite, cellulite batterica;
- Ustioni gravi.
Il Linfedema secondario puo’ essere causato anche da interventi chirurgici volti all’asportazione di masse tumorali, quali:
- Interventi di rimozione linfonodale, in particolare per il trattamento del cancro al seno (mastectomia) o alla prostata (prostatectomia);
- Interventi per la cura del cancro alla gola;
- Interventi per la cura del cancro al colon, alle ovaie, rimozione dell’utero (isterectomia);
- Radioterapia, soprattutto ascellare o inguinale;
- Biopsia.
LINFEDEMA COME SI MANIFESTA: I SINTOMI
Il Linfedema è una patologia molto diffusa, infatti si registrano, solo in Italia, circa 40 mila nuovi casi ogni anno, soprattutto tra le donne di età compresa tra i 30 ed i 40 anni.
I sintomi con cui, almeno in fase iniziale, si presenta il Linfedema, possono anche essere rappresentati da piccole variazioni e sensazioni che, nel caso di soggetti a rischio, non andrebbero comunque trascurati.
La malattia progredisce, di solito, in modo lento e graduale, ed è proprio per questo motivo che, frequentemente, all’inizio può essere sottovalutata o trascurata, fino ad essere scambiata, addirittura, per un problema estetico.
Invece, riuscire a riconoscere un Linfedema all’origine, può risultare determinante per il successo della cura.
Il Linfedema interessa maggiormente gli arti inferiori o superiori, nonostante possa verificarsi in qualsiasi parte del corpo, compresi genitali, viso, collo, torace, bacino e cavità orale.
E’ tipicamente asimmetrico, ovvero compare in un solo arto. Tuttavia, alcuni pazienti sviluppano il Linfedema in entrambe le gambe o le braccia: in simili circostanze, un arto risulta visibilmente più gonfio dell’altro.
Il sintomo più ricorrente del Linfedema è il gonfiore ad un braccio o ad una gamba. Una caratteristica tipica del Linfedema è la classica “fossetta” che può restare sulla pelle se si preme un dito sull’arto per circa 20 secondi. Con il trascorrere del tempo, la parte edematosa (ovvero gonfia) si indurisce e si infiamma, provocando:
- fastidio
- dolore
- deficit funzionale.
Tra gli altri sintomi tipici di Linfedema possiamo ricordare:
- alterazione della cromia della pelle;
- difficoltà a muovere l’arto colpito;
- pelle suscettibile alle infezioni;
- prurito e tensione della pelle;
- sensazione di pesantezza, tensione ed indolenzimento dell’arto.
LINFEDEMA AGLI ARTI SUPERIORI
Il Linfedema agli arti superiori, cioé alle braccia, e’ sicuramente meno frequente di quello che colpisce gli arti inferiori, ed interessa soprattutto il sesso femminile.
Gli arti superiori sono soggetti a Linfedema che rientra, nella quasi totalità dei casi, nella classificazione di Linfedema secondario, in quanto conseguente ad interventi chirurgici per la rimozione di masse tumorali, ma e’ sempre possibile che il Linfedema si sviluppi anche per deficit congeniti del sistema linfatico.
Una delle cause principali di Linfedema alle braccia e’ rappresentata, nelle donne, dall’intervento di mastectomia (asportazione della mammella), in caso di tumore al seno, con successivo svuotamento del cavo ascellare ed asportazione dei linfonodi competenti. Il Linfedema, infatti, colpisce 1 donna su 4 dopo questo tipo di intervento.
In seguito ad intervento al seno per tumore , esiste la possibilità che la circolazione della linfa dell’arto interessato, quindi quello vicino alla mammella operata, rallenti. Ciò provoca un accumulo di linfa nei tessuti, con conseguente rigonfiamento di tutto o parte del braccio. Questo effetto collaterale può formarsi nel giro di pochi giorni o addirittura dopo diversi anni dall’intervento.
I sintomi più comuni di Linfedema agli arti superiori sono:
- gonfiore e senso di pesantezza dell’arto;
- possibile difficoltà ad utilizzare l’arto;
- ispessimento della pelle;
- riduzione della capacità motoria o della flessibilità della mano e/o del polso;
- senso di compressionedato da anelli, orologio o braccialetti.
LINFEDEMA AGLI ARTI INFERIORI
Più frequenti sono i Linfedemi agli arti inferiori, cioè alle gambe, comunemente distinti in primari e secondari. I primi sono legati alla congenita mancanza di alcune vie linfatiche di drenaggio e possono manifestarsi alla nascita, con la presenza di un arto di maggiori dimensioni dell’altro, o anche tardivamente, quando il compenso della rete venosa venga meno.
Il Linfedema puo’ comparire anche per cause infettive o traumatiche ma, così come accade per l’arto superiore, anche la rimozione chirurgica del linfonodi, soprattutto inguinali e specialmente in presenza di tumori, può creare un blocco nel deflusso della linfa con conseguente aumento di volume dell’intero arto.
Difatti, il Linfedema agli arti inferiori, è una delle conseguenze più frequenti, che si verificano dopo essere stati sottoposti ad un intervento oncologico alla prostata (prostatectomia) o di rimozione dell’utero (isterectomia), ed è dovuto all’asportazione di alcuni, o tutti, i linfonodi, pelvici o inguinali. In questo caso, il sistema linfatico non é’ più in grado di svolgere la funzione di drenaggio della linfa che, inizia a disperdersi nei tessuti, causando il gonfiore dell’arto.
Così come per gli arti superiori, anche il Linfedema agli arti inferiori può comparire dopo pochi giorni, dopo alcuni mesi o addirittura anni dopo l’intervento chirurgico o la radioterapia.
Nella fase iniziale i sintomi più frequenti, che possono essere saltuari, sono rappresentati da:
- sensazione di peso e/o tensione della pelle;
- modificazione della cromia della pelle;
- indolenzimento della parte coinvolta e gonfiore più o meno localizzato, che compaiono magari alla fine della giornata, per poi scomparire la mattina.
LINDEMA COME SI CURA: LE MIGLIORI TERAPIE
L’obiettivo della terapia del Linfedema è: ripristinare la funzione, ridurre la sofferenza fisica e psicologica, prevenire lo sviluppo di infezioni, favorire il drenaggio linfatico.
Pur essendo una patologia molto diffusa, i sintomi e le manifestazioni variano da persona a persona, così come la risposta al trattamento.
Per questa ragione, è molto importante affidarsi ad una struttura ed a professionisti competenti, con cui instaurare un rapporto di fiducia e che siano in grado di monitorare, periodicamente, l’andamento ed i risultati delle terapie.
In cosa consiste il trattamento del Linfedema?
L’integrazione di massaggi linfodrenanti, bendaggio multicomponente ed attività fisica risulta essere ad oggi la terapia più efficace per nel trattamento del Linfedema.
Il tutto accompagnato, eventualmente, ad adeguata terapia farmacologica e, nei casi più gravi, non è da escludere il ricorso alla chirurgia.
I trattamenti più efficaci per il Linfedema includono le seguenti terapie:
- Linfodrenaggio manuale: rappresenta uno dei pilastri della terapia perché, mediante questo massaggio manuale, il sistema linfatico viene stimolato meccanicamente ed è una tecnica molto efficace per ridurre il gonfiore del Linfedema;
- Bendaggio elastocompressivo: l’utilizzo di tutori elastici è un accorgimento terapico indicato per la riduzione dell’edema;
- Allenamento funzionale: associato al linfodrenaggio manuale ha una forte azione sul Linfedema in quanto contribuisce a ridurre drasticamente la circonferenza di vita e cosce.
- Pressoterapia: è in grado di alleviare la sintomatologia dolorosa ed i gonfiori, ridefinire la fisionomia e favorire lo snellimento di alcune parti del corpo, eliminare le sostanze tossiche, ridurre gli edemi traumatici. Da tenere presente che la pressoterapia presenta numerose controindicazioni, non tutti, quindi, possono sottoporsi a questo trattamento. Questa terapia è sconsigliata a chi soffre di: trombosi venosa profonda, gravi malattie cardiache, portatori di pacemaker, ipertensione arteriosa, infezioni alle gambe o nelle zone da trattare, cancro.
Quando due o più trattamenti, tra quelli sopra elencati, vengono combinati, si parla di Terapia Decongestiva Complessa.
LINFEDEMA: LE TERAPIE CONSERVATIVE
Un ruolo fondamentale nella terapia del linfedema riveste il controllo del peso e la cura dell’alimentazione. Il peso in eccesso costituisce, infatti, un ostacolo supplementare per la corretta circolazione della linfa che, in soggetti in sovrappeso, risulta ulteriormente rallentata.
Oltre al controllo del peso, per combattere il Linfedema ci sono alcune abitudini che bisognerebbe osservare ed inserire, stabilmente, nel proprio stile di vita.
Le misure conservative per la gestione del Linfedema comprendono:
- Mantenimento di un’adeguata igiene e cura della pelle;
- Utilizzo di calze compressive;
- Evitare traumi;
- Evitare indumenti costrittivi;
- Elevazione dell’arto colpito da Linfedema;
- Svolgere attività fisica per migliorare la mobilità degli arti e favorire la circolazione, riducendo il senso di pesantezza.
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