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LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA: DI COSA SI TRATTA E A COSA SERVE, TECNICHE E BENEFICI

La riabilitazione respiratoria è un intervento multidisciplinare, teso a rendere l’apparato respiratorio più efficiente, così da migliorare gli scambi gassosi e la tolleranza allo sforzo.

Il percorso terapeutico ha lo scopo di modificare l’impatto che la malattia respiratoria produce sulla qualità di vita del paziente, riducendone la gravità dei sintomi e migliorandone la capacità nello svolgimento delle attività della vita quotidiana.

polmoni con asma ai bronchi

QUANDO RICORRERE ALLA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

Al fine di eseguire un trattamento efficace e non dannoso è necessario distinguere le patologie polmonari in:

  • Patologie polmonari ostruttive
  • Patologie polmonari restrittive

Patologie polmonari ostruttive

Sono patologie che ostruiscono il flusso respiratorio e sono per lo più patologie croniche. Da tali ostruzioni ne conseguono solitamente danni permanenti alle strutture di scambio gassoso (acini e bronchioli).

Questo tipo di patologie sono caratterizzate da perdita di elasticità polmonare con aumentata distendibilitá, per questo motivo si avranno maggiori difficoltà nella fase espiratoria che in quella inspiratoria favorendo l’aumento dei volumi residui polmonari.

Avendo a che fare principalmente con malattie croniche la riabilitazione, ed il trattamento in generale, di queste patologie sarà mirato alla diminuzione dei sintomi e al miglioramento della qualità della vita.

Con l’esame spirometrico la curva flusso volume apparirà ridotta dei flussi a tutti i volumi polmonari espiratori.

Patologie polmonari restrittive

Sono patologie che diminuiscono la distendibilitá polmonare compromettendone l’espansione causando così la riduzione dei volumi polmonari e quindi dispnea.

  • CHIRURGIA TORACICA
  • PNEUMOTORACE
  • IPERCIFOSI DORSALE
  • SPONDILITE ANCHILOSANTE
  • SILICOSI
  • OBESITÀ
  • DISTROFIE MUSCOLARI O MALATTIE NEUROMUSCOLARI
  • SCOLIOSI GRAVI

Sono solo alcune patologie che possono portare ad un quadro restrittivo. Il trattamento in generale deve essere in relazione alla patologia riscontrata. In spirometria la curva flusso volume evidenzierà un’armonica riduzione dei volumi polmonari e conseguente riduzione dei flussi.

COME IMPOSTARE UN PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

Il programma per la Riabilitazione Respiratoria  deve essere calibrato “su misura” per il paziente in modo da cercare di ottimizzare la sua autonomia e le sue performance fisiche e sociali.

paziente che fa il test del cammino nella riabilitazione polmonare

LA VALUTAZIONE INIZIALE

La Valutazione iniziale consiste nel sottoporre il paziente ad una valutazione funzionale completa, misurando il grado di disabilità e dispnea:

  • TEST DEL CAMMINO: determinazione della massima distanza percorribile dal paziente in un determinato tempo (2, 6 o 12 minuti). Durante l’esercizio è importante monitorare la frequenza cardiaca e la saturazione di ossigeno nel sangue (SpO2). Il valore di SPO2 indica se il sangue del paziente è più o meno ossigenato al suo meglio; un valore di SPO2 nel range 100%-94% è reputato normale, un valore minore di 80% testimonia uno stato ipossico grave

E’ molto importante spiegare scrupolosamente al paziente le modalità di esecuzione del test ed incoraggiarlo durante la prova.

  • SHUTTLE TEST: misura la tolleranza all’esercizio fisico durante camminata in piano.

Il paziente cammina avanti ed indietro in un corridoio lungo 10 metri la velocità ed il ritmo vengono scandite da un segnale sonoro. Il test termina quando il paziente non riesce a mantenere la velocità richiesta.

  • SCALA DI BORG: Scala numerica non lineare per la valutazione della dispnea durante esercizio. Tale scala è composta di 10 punti a cui sono affiancati dei descrittori (ancore).
  • SCALA ANALOGICA VISIVA (VAS)

Linea retta orizzontale o verticale (10cm) con dei trattini agli estremi con dei descrittori (espressioni verbali o figure) che ne definiscono la polarità. Utilizzata per la  valutazione della dispnea durante esercizio.

L’IMPORTANZA DELLA VOMax

Questi ed altri test consentono di misurare con precisione il massimo carico di lavoro sopportabile dal soggetto (VO2max). Questo parametro, chiamato massimo consumo di ossigeno, indica la massima potenzialità del metabolismo aerobico ed è funzione sia della capacità di apporto di ossigeno ai tessuti da parte del sistema respiratorio e cardiovascolare, sia della capacità di estrazione di ossigeno da parte dei tessuti (Massimo consumo di ossigeno = Frequenza cardiaca x Gittata sistolica x differenza artero-venosa di ossigeno).

La conoscenza del VO2max del paziente affetto da BPCO consente di programmare l’allenamento impostando i vari parametri del programma di riabilitazione respiratoria (intensità, durata, frequenza):

Nei soggetti normali l’allenamento aerobico si svolge in genere tra il 60% ed il 90% della frequenza cardiaca massimale o tra il 50% e l’80% del VO2max.

In genere questi livelli si mantengono per 20-45 min x 3-4 volte alla settimana.

Fino a non molto tempo fa si pensava che le limitazioni ventilatorie tipiche dei pazienti con BPCO moderata-severa precludessero la possibilità di svolgere attività a simili livelli. In base agli studi condotti in questi ultimi anni si è invece stabilito che anche i soggetti affetti da BPCO moderata-severa possono allenarsi ad un livello pari a circa il 60% del VO2max con risultati significativamente migliori rispetto a quelli ottenuti allenandosi al 30%.

Allenare i pazienti BPCO ad un livello corrispondente al 60%-70% del massimo carico di lavoro produce:

  • aumento della capacita’ di esercizio (minor dispnea a parità di sforzo)
  • aumento del numero di enzimi ossidativi nella muscolatura periferica (aumento del numero e della dimensione dei mitocondri)
  • riduzione dei livelli ematici di acido lattico e di ventilazione per uno stesso carico di lavoro.
fisioterapista che esegue un esercizio per la riabilitazione diaframmatica su una donna

LE TECNICHE ADOPERATE NELLA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

Nella Riabilitazione Respiratoria ci si può avvalere delle seguenti tecniche:

BC

Breathing Control (Respiro Controllato). E’ un respiro calmo, fatto a volume corrente, usando la parte inferiore del torace, mantenendo rilassate le spalle e la parte alta del torace. Il BC è molto importante in quanto previene il broncospasmo e l’aumento delle resistenze delle vie aeree, permettendo pause di riposo e favorisce il rilassamento dell’utente. Queste ultime variano (come durata) da paziente a paziente.

DRENAGGIO POSTURALE

Basato sull’ipotesi che la forza di gravità facilita il trasporto di muco dalla periferia a vie aeree di grande calibro. È necessaria l’individuazione segmentaria del ristagno secretivo dove si effettuano percussioni o vibrazioni sulla cassa toracica per facilitare lo scollamento delle secrezioni. Importante insegnare al paziente un modello respiratorio da utilizzare per cercare di espettorare le secrezioni mobilizzate.

 

TECNICHE DI ESPIRAZIONE FORZATA

Consiste in 1 o 2 Huff, ovvero espirazioni forzate ma non violente, eseguite contraendo la muscolatura addominale e mantenendo sia la bocca che la glottide aperta. Si parte da medi o bassi volumi polmonari, se si vogliono mobilizzare le secrezioni più distali, o da alti volumi, se si desidera avere un effetto a livello prossimale: l’huff è sempre combinato con una serie di B.C.

ELTGOL

Espirazioni lente a glottide aperta in decubito laterale. Il paziente giace in decubito laterale con la regione polmonare che si intende disostruire a contatto con il piano di appoggio ed esegue delle espirazioni lente da FRC fino a RV, tenendo bocca e glottide aperte. Nel caso in cui il paziente non sia in grado di mantenere la glottide aperta, può essere utilizzato, come facilitazione, un boccaglio di cartone. Questo ha una duplice funzione: garantire l’apertura della glottide ed amplificare i rumori respiratori. L’espirazione deve essere lenta per evitare l’aumento delle resistenze delle vie aeree, causato da una prematura chiusura delle stesse. Il fisioterapista può aiutare il paziente ponendosi dal lato dorsale di questo e, utilizzando la mano e l’avambraccio caudale, esercita, a partire dai quadranti addominali inferiori, una spinta diagonale sui visceri, mentre la mano craniale stabilizza l’emitorace sopralaterale. Questa manovra può essere eseguita per 10/15 minuti per lato. Il paziente può essere addestrato all’esecuzione in autonomia di questa tecnica.

ACBT

(Active Cycle of Breathing Techniques) E’ composto da periodi di respiro controllato (BC), esercizi di espansione toracica (TEE) ed espirazioni forzate (FET). La procedura deve essere adattata al tipo di paziente  per numero di ripetizioni per singolo esercizio e una volta appresa, può essere utilizzata dall’utente anche in maniera autonoma.

ASSISTENZA ALLA TOSSE

Nei pazienti post-operati di chirurgia toracica o addominale viene eseguita l’assistenza alla tosse, che consta di manovre messe in atto per produrre una tosse efficace in presenza di dolore e deficit della parete addominale dovuta all’atto chirurgico. L’assistenza alla tosse viene effettuata tramite il contenimento della parete addominale e delle ferite chirurgiche, manualmente o con fasce/ panciere, e accentuando la flessione delle anche, per aumentare la pressione intra-addominale, garantendo così una migliore efficacia nella fase espulsiva. Il paziente, una volta appresa la manovra, sarà addestrato alla sua autogestione.

TEE

Thoracic Expansion Exercise (Esercizi di espansione toracica) Sono respiri profondi con accentuazione della fase inspiratoria ed espiratoria non forzata. Dopo una espirazione passiva a FRC, si richiede al paziente  una inspirazione lenta dal naso fino a TLC, con apnea teleinspiratoria di circa 3s, seguita da una espirazione non-forzata a labbra socchiuse. Questo comporta che:

  • L’atto inspiratorio lento, a basso flusso, facilita l’espansione anche di quelle zone del

parenchima che richiedono più tempo perché l’aria le possa raggiungere;

  • si parte da una espirazione non forzata a FRC, per non svuotare completamente i polmoni durante l’esercizio;
  • l’apnea teleinspiratoria fa si che l’aria si ridistribuisca dagli alveoli più pieni a quelli meno pieni; meglio se effettuata a glottide aperta per consentire un eventuale reintegro di aria dall’esterno;
  • l’espirazione a labbra socchiuse fa si che l’utente si applichi spontaneamente una leggera pressione positiva espiratoria.
uomo che fa esercizio fisico seguito dal fisioterapista

GLI OBIETTIVI DELLA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

La ridotta tolleranza allo sforzo dei pazienti con patologie respiratorie  è dovuta all’instaurarsi di un circolo vizioso per cui il paziente riduce l’attività fisica a causa della dispnea, quindi tende a perdere trofismo e forza dei muscoli periferici. Questa spirale negativa si rinforza anche attraverso fattori concasuali quali ansietà e depressione.

Il paziente sviluppa quindi disabilità, perdita dell’autonomia, limitazione nelle attività quotidiane, riducendo talvolta drammaticamente la propria qualità di vita.

Fino agli anni ’90 si pensava che questi pazienti non fossero in grado di raggiungere un’intensità di esercizio sufficientemente elevata da poter allenare la muscolatura, soprattutto quella degli arti inferiori. In quegli anni la riabilitazione respiratoria era quasi esclusivamente mirata al rinforzo dei muscoli respiratori (rieducazione diaframmatica).

Successivamente è stato dimostrato che anche nei pazienti con patologie respiratorie  di grado severo si possono osservare significativi risultati con un  programma globale di training aerobico/anaerobico.

Gli obiettivi che il Centro Fisioterapico FISIOKLINIC si prefigge di raggiungere sono multifattoriali e comprendono:

  • Gestione e controllo delle patologie respiratorie.
  • Incremento della capacità di esercizio.
  • Miglioramento della qualità di vita.
  • Riduzione dell’impatto psicologico dovuto alla riduzione funzionale ed alla disabilità.
  • Riduzione del numero/gravità delle riacutizzazioni.
embolia polmonare-donna che si mette una mano sul petto

CONTROINDICAZIONI  DELLA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA 

Come per tutte le terapie ci possono essere delle controindicazioni generali alla riabilitazione respiratoria:

coppia di anziani felice

CONCLUSIONI

  • La riabilitazione respiratoria:

    • migliora la capacità di esercizio,
    • riduce la dispnea,
    • migliora la qualità della vita,
    • riduce la durata delle ospedalizzazioni per patologie respiratorie.

    E’ appropriata soprattutto per i pazienti che presentano sintomi significativi durante l’attività fisica ed è più efficace quando fa parte di un programma multifattoriale:

    • riallenamento allo sforzo
    • supporto dietetico
    • supporto psicologico
    • educazione sulla malattia

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