Il Bendaggio
ELASTO
COMPRESSIVO

Centro Fisioterapico Fisioklinic

Il Linfedema, cioe’ un anomalo ed esagerato accumulo di liquido linfatico in vari distretti dell’organismo, rappresenta una malattia cronica, altamente invalidante sul piano sociale, che prevede alti costi di gestione e risulta di difficile controllo terapeutico. Si presenta come un accumulo di liquidi in zone localizzate, il cui sintomo più frequente è il gonfiore delle zone interessate, dovuto ad un’irregolarità del funzionamento del sistema linfatico. Essendo il linfedema una patologia cronica è indispensabile comprendere la necessità di un trattamento corretto, efficace e soprattutto duraturo nel tempo. Tra le terapie utilizzate per il corretto trattamento di questa patologia, la migliore e’ sicuramente il bendaggio elastocompressivo.

BENDAGGIO ELASTOCOMPRESSIVO:
IN COSA CONSISTE

fisioterapista applica il bendaggio elastocompressivo alla gamba di un paziente non inquadrato per intero

Il bendaggio elastocompressivo e’ una metodica terapeutica fisica consistente nel fasciare, con presidi di varia estensibilita’, parti del corpo, per prevenire e curare la malattia del sistema venolinfatico. Lo scopo e’ quello di creare come una barriera alla forza esercitata dal muscolo. Trovando questa barriera, che non permette l’espansione, i liquidi tendono a salire verso l’alto. Il trattamento consiste nell’applicazione di diversi strati di bende ottenendo, in questo modo, una compressione dell’arto che permette di aumentare la velocita’ di circolazione della linfa e del sangue provocando, in questo modo, la riduzione dell’edema.

Il bendaggio viene effettuato applicando, come primo strato, una protezione per la cute, seguita da del materiale da sotto-bendaggio per poi applicare, come ultima cosa, la benda elastica. È essenziale che il bendaggio sia confezionato immediatamente, infatti l’efficacia di questa fasciatura è massima nei primi cinque giorni dall’infortunio, e non dovrebbe essere tenuta per più di questo lasso di tempo, per impedire che la mancanza di carico crei eccessiva sensibilità nella zona colpita.

BENDAGGIO ELASTOCOMPRESSIVO: SCOPI ED EFFETTI

L’azione del bendaggio sui tessuti e sulle vene ha lo scopo di esercitare un pressione dosata, in rapporto alla capacità che un individuo ha di deambulare. Inoltre ha lo scopo di controllare l’edema; contrastare gli effetti negativi dell’ipertensione venosa persistente; migliorare l’ossigenazione e l’apporto nutrizionale dei tessuti ed infine ottenere un’azione decongestiva.

BENDAGGIO ELASTOCOMPRESSIVO: MODALITA’ DI CONFEZIONAMENTO

Nel trattamento delle ulcere rivestono grande importanza le procedure che si seguono nel compiere il bendaggio. L’operatore ha la possibilità di scegliere la benda che meglio si adatta alla patologia che deve affrontare, ma nell’esecuzione del bendaggio deve seguire alcune regole imprescindibili.

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  • Il bendaggio dovrà essere energico ma non causa di dolore, né costrizione circolatoria, specie a riposo (bende a corta estensibilità);
  • La tensione di avvolgimento della benda sull’intero arto deve essere mantenuta costante. Deve essere, inoltre, pratico e consentire i movimenti articolari, bendando questi ultimi nelle posizioni funzionali;
  • Deve rimanere quanto più possibile in situ, senza arrotolamenti, anche dopo terapia fisica riabilitativa;
  • Deve esercitare una graduale compressione decrescente in senso disto-prossimale ed uniforme;
  • Protezione delle aree a rischio, le aree a rischio (cresta tibiale, tendini estensori, tendine achilleo) devono essere protette da eventuali danni del bendaggio;
  • Protezione della cute, la cute, soprattutto nell’anziano o in caso di edema imponente, deve essere protetta impiegando sostanze grasse e/o eventualmente ammortizzatori.

BENDAGGIO ELASTOCOMPRESSIVO: CONTROINDICAZIONI

Esistono delle controindicazioni sia assolute che relative alla pratica del bendaggio multistrato.

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Tra le controindicazioni assolute troviamo:

  • L’insufficienza cardiaca congestizia scompensata
  • L’arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori(I.W.< 70mmHg)
  • La poliartrite 
  • La sclerosi progressiva sistemica(sclerodermia)
  • L’atrofia di Sudek

Tra quelle relative:

  • L’arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori (I.W.> 70%)
  • L’ipertensione arteriosa
  • L’aritmia cardiaca e/o stenosi dei vasi cardiaci
  • La linforrea
  • La distrofia cutanea
  • Gli arti particolarmente dismorfici

Inoltre esistono patologie come le allergie ai materiali elastici, neuropatie sensitive e cisti di Baker, per le quali è necessario valutare di volta in volta se è il caso di evitare la terapia compressiva oppure di utilizzarla con una serie di accorgimenti.

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